
«Quando l’amore si ammala, non scompare: si trasforma. Spesso in controllo, in dipendenza, in ricatto».
Massimo Recalcati, Le mani della madre
L’amore rappresenta uno degli aspetti più profondi e significativi dell’esperienza umana, ma non sempre si manifesta in forme sane e costruttive. Spesso, nella paura di perdere l’altro o di non essere abbastanza, si mettono in atto comportamenti che anziché nutrire il legame, finiscono per comprometterlo.
Queste dinamiche, definite “trappole relazionali”, sono meccanismi ripetitivi e rigidi che mantengono il problema invece di risolverlo. Non sono frutto della cattiva volontà, bensì tentativi maldestri di proteggere l’amore.
In Terapia Breve Strategica, sono stati identificati alcuni tra i più frequenti di questi schemi patologici.
Tra le trappole relazionali, la gelosia è spesso interpretata come segno d’amore, ma in realtà è una forma di controllo dettata dalla paura.
Il geloso vive in costante allerta, interpreta segnali neutri come minacce e cerca conferme continue. Questo comportamento, pur essendo una “tentata soluzione” per sentirsi sicuri, finisce per soffocare il partner e incrinare la fiducia nella relazione.
In terapia, si applicano tecniche paradossali — ad esempio prescrivendo di intensificare il controllo fino a renderlo insostenibile — per far emergere la natura disfunzionale del comportamento e favorire il cambiamento.
In alcune coppie, uno dei partner tende a ritirarsi di fronte a conflitti o richieste emotive. Questo comportamento può essere interpretato come freddezza o disinteresse, ma è spesso un meccanismo di protezione dalla sofferenza.
Tuttavia, il silenzio e l’evitamento innescano nel partner una reazione complementare: l’inseguimento, fatto di richieste, domande e pressioni, che non fa altro che rafforzare il bisogno dell’altro di ritirarsi.
Si entra così in un circolo vizioso autoalimentato: più uno rincorre, più l’altro scappa.
La Terapia Breve Strategica interviene su questo tipo di trappola relazionale attraverso manovre precise volte a interrompere le tentate soluzioni ridondanti, aiutando i partner a riconoscere e modificare i propri copioni relazionali.
Il lavoro terapeutico si concentra sulla costruzione di spazi comunicativi protetti e guidati, sulla rinegoziazione dei ruoli all’interno della coppia, al fine di promuovere nuove modalità di interazione più funzionali.
Il bisogno di controllo è spesso travestito da premura. Si suggerisce, si corregge, si anticipa, si decide per l’altro.
Dietro questa dinamica si cela un tentativo di ridurre l’incertezza e di gestire l’ansia legata all’imprevedibilità del legame, ma il risultato è l’effetto paradossale di soffocare l’altro, riducendone autonomia, iniziativa e fiducia in sé.
In termini strategici, questo comportamento si configura come una tentata soluzione disfunzionale: più si controlla, più si ottiene il contrario di ciò che si desidera.
La strategia terapeutica mira a sbloccare il sistema relazionale. L’obiettivo non è “lasciare andare” in senso passivo, ma lasciare spazio in modo intenzionale e strategico, affinché l’altro possa riappropriarsi del proprio ruolo, ristabilendo un equilibrio più sano e simmetrico nella relazione.
Chi si sacrifica costantemente nella relazione è spesso convinto di agire per amore, credendo che rinunciare a sé stessi sia la prova più alta di dedizione.
Tuttavia, questo atteggiamento finisce per generare un debito emotivo che l’altro non ha chiesto e che può risultare insostenibile.
Il partner può sentirsi inadeguato, oppresso o persino manipolato da un gesto che, pur partendo da un’intenzione positiva, si trasforma in un vincolo.
Come sostiene Giorgio Nardone (2010), bisogna arrivare a comprendere che “mi è morta una pianta meravigliosa perché le ho dato troppa acqua. Ho capito che dare di più a fin di bene, fa morire”.
La strategia terapeutica prevede la sperimentazione di comportamenti nuovi, che interrompano la spirale del sacrificio e promuovano un equilibrio più funzionale tra il dare e il ricevere.
Solo in questo nuovo equilibrio si può essere presenti nella relazione in modo libero, adulto e reciprocamente nutriente.
Riconoscere le trappole relazionali non significa attribuire colpe, ma comprendere i meccanismi che ci imprigionano e che spesso vengono messi in atto in buona fede.
Cambiare questi schemi richiede consapevolezza, coraggio e l’adozione di nuove modalità relazionali.
La Terapia Breve Strategica offre strumenti concreti e mirati per modificare i copioni disfunzionali e costruire relazioni basate su rispetto, autonomia e amore autentico.
In “Amore e disamore: risolvere drammi e conflitti nelle coppie” (Milano, Ponte alle Grazie, 2022), Giorgio Nardone, affronta con taglio pratico e clinico le dinamiche che caratterizzano le relazioni amorose, dalla passione al conflitto, fino alla crisi e alla rottura.
Attraverso la lente della Terapia Breve Strategica, l’autore esplora i meccanismi psicologici che alimentano le illusioni, i comportamenti disfunzionali e i circoli viziosi dell’amore. Giorgio Nardone smaschera le forme più comuni di “trappole relazionali” (gelosia, dipendenza, controllo, evitamento) e mostra come proprio i nostri tentativi di amare possano trasformarsi, senza accorgercene, in strumenti di sabotaggio della relazione.
Con un linguaggio chiaro e diretto, il testo aiuta a riconoscere i propri schemi ripetitivi e propone strumenti concreti per trasformare il legame amoroso da fonte di sofferenza a risorsa evolutiva.
Una lettura che coniuga rigore clinico e divulgazione, utile sia per chi lavora nelle relazioni d’aiuto sia per chi cerca di comprendere meglio se stesso nei propri legami affettivi.
Il libro di Emanuela Muriana e Tiziana Verbitz, psicologhe e psicoterapeute ufficiali del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, “Psicopatologia della vita amorosa. Le forme della sofferenza nelle relazioni e i percorsi per uscirne” (Milano, Ponte alle Grazie, 2021), affronta invece con chiarezza e profondità il mondo complesso della sofferenza affettiva.
Attraverso l’ottica della Terapia Breve Strategica, le autrici esplorano le dinamiche emotive che trasformano l’amore in trappola: gelosie paralizzanti, dipendenza affettiva, sacrificio cronico, controllo mascherato da premura, fino all’incapacità di chiudere relazioni tossiche o gestire la paura dell’abbandono.
Il testo descrive come questi schemi relazionali disfunzionali si creino, si alimentino e si mantengano nel tempo, ed illustra con esempi concreti i percorsi terapeutici che permettono di interromperli, restituendo alla persona la libertà di vivere relazioni sane e autentiche.
Articolo scritto da Priscilla Cuda, psicologa di coppia, specializzanda presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo.